ATTIVARTE :”Gesti
antichi per il tessuto non tessuto”
Happening creativo fatto di mani, lana, acqua e sapone
condotto dall'educatore professionale Marisa Tacchi
condotto dall'educatore professionale Marisa Tacchi
Si tratta di una
performance collettiva finalizzata alla realizzazione di un Arazzo in feltro. I
partecipanti avranno l’opportunità di scoprire le potenzialità delle mani come elemento creativo e parallelamente di
riflettere sulla centralità delle mani
come strumenti di cura. Lavorare
in equipe multi disciplinare implica sempre un grande lavoro collettivo in cui
tutti i professionisti “ci mettono le mani”. La performance Attivarte si pone l’obiettivo di sperimentare in
concreto cosa significa lavorare insieme per realizzare un prodotto artistico,
come paradigma del lavoro di assistenza.
La lana come la creta sono
materiali naturali e antichi da sempre utilizzati dall’uomo fin dall’epoca
preistorica, che coinvolgono in modo completo la gestualità della mano . La
lana è materiale morbido e caldo che invoglia alla manipolazione, trasmette
sensazioni di piacere e di rilassamento, rafforza l’affettività e il rapporto
interpersonale.
Fare feltro è un processo di
trasformazione che nel nostro immaginario si collega al mondo simbolico e
magico dove le cose cambiano forma e significato. Quando si inizia a feltrare
non si sa cosa davvero uscirà dalla nostra creazione perché anche gli elementi
naturali devono fare la loro parte. Feltrare ci aiuta a riconnetterci con la
natura a recuperare il rapporto con le nostre radici antiche. Fare il feltro è
alla portata di tutti. È solo questione di “gestualità”. I gesti vengono
spontanei appartengono alla nostra memoria ancestrale. Fare feltro predispone
ad uno stato di benessere, scaricando le energie negative e le tensioni. Le
attrici principali sono “le mani” con tutte le implicazioni senso-motorie ad
esse collegate.
Il lavoro di cura è in primis un
lavoro di manipolazione, dove il corpo dell’altro si affida alle mani
dell’operatore. Le mani sono al centro del nostro lavoro come elemento
ambivalente che può dare ausilio ma anche togliere autonomia. Il linguaggio
delle mani e del corpo ci aiuta a rafforzare le nostre capacità comunicative ed
affettive. Una carezza, un abbraccio, un bacio più delle parole riescono a
trasmettere agio e accoglienza. Nelle nostre mani e nel nostro cuore sta la
chiave di qualunque intervento terapeutico e riabilitativo.
“… è importante che operatori e servizi
imparino professionalmente ad incantare i pazienti con quella seduzione
affettiva e professionale che costruisce dentro il paziente. I sentimenti
infatti hanno, come il flauto magico di Hamelin, sempre nel bene e nel male, il
loro canto seduttivo a cui a lungo andare nessuno può resistere.”
da
G. Braidi “Affetti e relazioni nel
lavoro d’assistenza”
PROGRAMMA:
1° giorno dedicato alla realizzazione collettiva dell’Arazzo
2° giorno dedicato alla riflessione sul lavoro svolto e
all’esposizione al pubblico del prodotto artistico
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